Cronaca

Papa Francesco censurato: consacrazione Russia e Ucraina, quello che non è stato pubblicato

Non solo d'Italia ma del pianeta, è come se non fosse accaduto nulla l'altro ieri in San Pietro e in tutte le chiese cattoliche del mondo. Eppure il Papa venerdì pomeriggio ha investito il suo cuore, la sua testa, la sua autorevolezza morale, la forza organizzativa dei suoi apparati in Vaticano e nei cinque continenti, dovunque esista un prete o anche soltanto un povero battezzato analfabeta, in un gesto «assoluto», quello che più esprime il possesso che Dio gli ha affidato delle chiavi di Pietro. Ha visto la famiglia dei popoli sprofondare nell'abisso e si è posto frammezzo. Travolga me la cattiveria, ma tu Madre di tutti noi, dona luce, ferma la tempesta che travolge gli inermi. Anche per un osservatore non cattolico e non credente sono state, quelle trascorse a tu per tu con una presenza misteriosa e amata, le due ore più drammatiche da quando siede sulla cattedra di Vicario di Cristo. Qualcosa da raccontare con timore e tremore. Invece niente. Perché? Bavaglio, sbianchettamento, banalizzazione.

LA SUPPLICA A MARIA

E dire che in fondo è stato anche l'evento più politico, proprio perché totalmente religioso, e dunque capace di suscitare imprevedibili iniziative di pace, si chiama potenza dello Spirito, che è invisibile e soffia dove vuole. Forse conta persino più di una telefonata di Macron, che ne fa mille, tutte senza sugo, ma raccontate come se fosse appeso al suo filo il destino delle genti. Forse il giornale unico collettivo, almeno quello dominante, non gradisce si corra in fretta verso la fine delle ostilità ascoltando la strada della diplomazia costi quel che costi promossa dal Papa? Ha messo «tutto a disposizione», anzitutto sé stesso, offrendo il luogo per la trattativa, in Vaticano o in qualunque nunziatura, lui presente oppure no. Tutto per fermare la guerra tra due popoli cristiani che lui profetizza, sa, teme, non vuole credere porti ad un conflitto nucleare. Ha scritto due pagine di supplica alla Vergine, le ha fatte tradurre in 35 lingue, facendole giungere a ogni vescovo dell'Orbe. Ha scelto la strada strana di Gesù. La moneta di Cesare porta alla morte.

È il tempo di usare un'altra moneta. Non è stato capito, e perciò è stato censurato? Oppure è stato cancellato, trasferito tra le notizie da «periferia esistenziale», proprio perché è stato compreso fin troppo bene? Da molto vicino a papa Francesco mi è stato risposto: «La seconda che hai detto». Stupore e delusione restano. Ma era prevedibile. Infine il Pontefice argentino ha constatato che quando abbandona il linguaggio politicamente corretto e usa le parole della «follia» cristiana, allora gli si applica quella che lui stesso ha definito «la cultura dello scarto». E questo proprio soprattutto in Italia, e nella sua Roma, dove tutti i detentori delle reti di comunicazione gli rendono omaggio e amplificano atti e parole: ma stavolta no. Silenzio quasi universale. La consacrazione dell'umanità intera, e in special modo di Russia e Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria, perché «cessi la guerra efferata» e sia allontanata la minaccia di un'ecatombe nucleare, è stata trattata come fosse una folcloristica danza intorno a un totem goffamente femminile, come si faceva nelle società arretrate contro la siccità, una roba vintage.