Sono proseguiti anche nelle ultime ore i raid nell'est dell'Ucraina. Oramai è qui che tutte le principali attenzioni sono rivolte in vista di una possibile offensiva russa. Ieri un bombardamento ha causato una delle sciagure più gravi dall'inizio della guerra, visto che a Kramatorsk è stata centrata la locale stazione ferroviaria con l'esplosione che ha causato più di 50 morti.
E che la paura in Ucraina sia molto forte lo si comprende anche dal fatto che il governo di Kiev ha ordinato diverse quantità di antidoto contro danni eventuali causati da un attacco chimico. L'Ucraina, così come riferito dal Wall Street Journal, ha acquistato circa 220mila fiale di atropina, una sostanza che può essere utilizzata per contrastare eventuali effetti di agenti nervini. A procurarli, sempre secondo il quotidiano Usa, è l'organizzazione umanitaria americana Direct Relief.
La gente anche nella notte appena trascorsa intanto ha preso gli ultimi treni disponibili. In migliaia sono partiti da qui con destinazione le città dell'ovest dell'Ucraina. È una corsa contro il tempo per evacuare quante più persone possibili. I vagoni ferroviari per il momento stanno continuando a viaggiare, ma il rischio è che le linee ferrate a breve vengano inghiottite dalle linee del fronte.
Mosca cambia generale
Intanto, come riferito dalla Bbc, al Cremlino si è scelto un avvicendamento alla guida della missione in Ucraina. In particolare, dai prossimi giorni sarà il generale Alexander Dvornikov a prendere il comando delle operazioni. Veterano della guerra in Siria e molto stimato negli ambienti della Difesa russa, sarà lui a provare a strappare qualche successo nel Donbass dopo il ritiro dalle aree a nord di Kiev. Segno di come la Russia non ha intenzione al momento di rinunciare alle proprie operazioni militari nell'est del Paese e non solo.
L'intelligence ucraina infatti ha avvertito che i russi in realtà non hanno mai rinunciato ad altri obiettivi, quali Kharkiv e la stessa Kiev. A dirlo sul Kyiv Indipendent è il capo dell'intelligence militare, Kyrylo Budanov. "I russi premono per avanzare su Kharkiv e poi potrebbero nuovamente pensare a Kiev".
Il fronte di Mariupol
Nella città portuale ucraina, sembrerebbe che i russi siano riusciti ad avanzare nell'area del porto, forse l'unica grande infrastruttura di Mariupol ancora contesa. Alcuni soldati ucraini, impossibilitati a difendere le proprie posizioni, si sono arresi nei giorni scorsi. Rimangono asserragliati in città gli uomini del Battaglione Azov
Nelle mani di questi ultimi sarebbero rimasti solo pochi quartieri e alcune parti del porto. Secondo Mosca, mancherebbero pochi giorni prima di poter rivendicare il totale controllo di Mariupol. Nel frattempo migliaia di civili sarebbero rimasti intrappolati, senza scorti di cibo e medicinali e senza luce ed elettricità. Buona parte degli edifici è andata distrutta, la città appare allo stremo.
La situazione a livello politico
In una Kiev più al riparo ma comunque sempre in guerra, la notte è trascorsa in modo tranquillo. La città ieri ha visto la visita del presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen, la quale ha assicurato al presidente Zelensky tutto il proprio appoggio per la richiesta di Kiev di entrare nell'Ue.
Prima di recarsi a Bucha, dove Von Der Leyen ha visitato i luoghi diventati noti per le fosse comuni rintracciate nei giorni scorsi, dal treno che la portava verso la capitale ucraina il presidente della commissione ha assicurato che “l'Ucraina fa parte della famiglia europea”. Zelensky ha incassato un sostanziale via libera all'ingresso di Kiev nell'Ue, anche se le procedure non finiranno prima di tre mesi e poi comunque l'ultima parola spetterà al consiglio europeo.
Messo in tasca questo sostegno, il presidente ucraino però è tornato a chiedere armi per difendersi e ha attaccato nuovamente i russi per la strage di Kramatorsk. In un simile contesto, il negoziato dà tutta l'impressione di essersi impantanato. Le due parti, quella russa e quella ucraina, continuano a vedersi ma solo in videoconferenza. E con non poca diffidenza reciprova.