Cronaca

Kramatorsk, missili sulla stazione usata per fuggire: almeno 50 morti, accuse incrociate Ucraina-Russia

Stazione di Kramatorsk, Oblast di Donetsk. Ore 10:30 del mattino, 4mila persone si accalcano lungo i binari per salire sui pochi treni in marcia verso nord, per fuggire dalle bombe russe che stanno martoriando il Donbass. E' in quel momento che due missili sganciano bombe a grappolo sulla stazione, provocando una strage. 50 i morti accertati finora, tra loro diversi bambini. Centinaia di feriti, in un bilancio destinato ad aggravarsi. Su uno dei missili è leggibile questa scritta in russo: la traduzione letterale è "a sostegno dei bambini". Immediate le accuse incrociate Ucraina-Russia.

Il governo di Mosca e i separatisti, infatti, hanno subito indicato come colpevoli le forze ucraine, spiegando che i frammenti visibili nelle foto e nei video appartengano al vettore Tochka-U, che sarebbe "utilizzato solo dall'esercito di Kiev", fa sapere il ministero della Difesa russo. Esercito che, sempre secondo Mosca, vorrebbe così "impedire ai civili di partire" per usarli come "scudi umani". Versione subito respinta al mittente e smentita da diverse prove, che al contrario accreditano la tesi di una strage provocata per screditare il nemico.

Alcuni analisti indipendenti hanno documentato con filmati il trasporto da parte dell'artiglieria russa di questa tipologia di missili dal confine bielorusso. Secondo i tracciati i razzi sarebbero partiti da una base a Shakhtarsk, all'interno della Repubblica separatista di Donetsk, ovvero a circa 100 chilometri da Kramatorksk, distanza compatibile con la gittata dei Tochka-U. In rete inoltre compaiono screenshot di profili filo russi che rivendicavano l'attacco diversi minuti prima che venisse diffusa la notizia.

A poche ore dall'attacco, la pietà umana ha sgomberato la scena dall'orrore. I cadaveri sono stati messi nei sacchi neri e portati via. A terra restano macchie di sangue, la maggior parte dei bagagli rimasti senza padrone sistemati da qualche parte, la stazione ferroviaria di Kramatorsk, affollata fino all'inverosimile poche ore prima, appare deserta. A pochi metri dalla struttura quattro auto bruciate, qualche decina di metri più in là la metà posteriore di un missile conficcata nella terra.

Adesso che i treni non partono più da Kramatorsk, la popolazione in fuga dall'Est dell'Ucraina sarà evacuata da Slovyansk, altra città orientale, da dove partono i vagoni blu e gialli della società ferroviaria Ukrzaliznytsia. Quei treni della speranza che Oleksandr Kamyshin, 37enne presidente delle Ferrovie ucraine, sta usando da 44 giorni per portare in salvo i civili. Direzione Leopoli, Chernivtsi, Ternopil, Odessa. Ma chissà, forse è solo un'informazione per depistare il nemico, per evitare che altri missili interrompano la vita di civili inermi.