Di fronte a una curva epidemiologica che si impenna e alle strutture sanitarie che rischiano di andare in affanno, il governo decide per una stretta rigorosa. Mascherine obbligatorie all’aperto in tutta Italia, terza dose anticipata da cinque a quattro mesi dopo l’ultima inoculazione, green pass valido soltanto sei mesi.
Senza escludere misure drastiche per i non vaccinati, compreso il coprifuoco. Il decreto che sarà approvato domani garantirà l’apertura delle attività e dei negozi, ma non potrà tenere conto di quanto sta accadendo nel resto d’Europa e nel nostro Paese dove i contagi superano quota 30 mila, i ricoverati in terapia intensiva sono mille e i morti 153.
Le parole che il presidente del Consiglio Mario Draghi pronuncia di fronte all’assemblea degli ambasciatori segnano la strada: «La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità. L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi». Lo stesso premier ha sempre messo in cima alle priorità dell’esecutivo la presenza a scuola degli studenti, ma sarà la cabina di regia convocata a Palazzo Chigi a decidere a decidere se sia necessario prolungare la vacanze di due settimane come chiede Forza Italia.
Dopo l’incontro ieri sera i partiti con il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte e di Leu Roberto Speranza, il segretario del Pd Enrico Letta ha confermato «la preoccupazione per quanto sta accadendo e l’appoggio a una politica di misure severe». Il leader della Lega Matteo Salvini dice di essere «contrario al tampone obbligatorio, altrimenti chi ha fatto tre dosi poi si chiede “perché ho fatto tutto questo?” e l’importante è che non ci siano chiusure a Natale, Capodanno, Epifania: lasciamo lavorare la gente», ma appare comunque possibilista quando spiega di essere «in attesa delle proposte». Variante Omicron Le prime evidenze sulla presenza della variante Omicron in Italia consegnate a Draghi dagli scienziati del Cts confermano la contagiosità del virus mutato e fanno presumere che entro la metà di gennaio possa esserci un nuovo picco.
Questa è una situazione di massima allerta, gli esperti chiedono una spinta ulteriore alla vaccinazione riducendo i tempi di intervallo per il richiamo e il booster. Ma anche restrizioni severe «per evitare gli assembramenti che potrebbero causare conseguenze gravi». Richiamo a 4 mesi Come già sta accadendo in altri Stati, il decreto potrebbe contenere il via libera a effettuare la terza dose quattro mesi dopo la seconda, in modo da ridurre il rischio per la mancata copertura vaccinale già evidenziata con il trascorrere del tempo rispetto alla variante Delta e adesso anche per la Omicron.